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CardiologiaNews

Ipertensione Arteriosa

By 23 Giugno 2014Gennaio 28th, 2019No Comments

La pressione arteriosa è la forza esercitata dal sangue contro la parete delle arterie. A ogni battito del cuore, il sangue esce dal ventricolo sinistro attraverso la valvola aortica, passa nell’aorta, e si diffonde a tutte le arterie.  Quando il cuore si contrae e il sangue passa nelle arterie, si registra la pressione arteriosa più alta, detta ‘sistolica’ o ‘massima’; tra un battito e l’altro il cuore si riempie di sangue e all’interno delle arterie si registra la pressione arteriosa più bassa, detta ‘diastolica’ o ‘minima’. La misurazione della pressione si registra a livello periferico, usualmente al braccio e  viene  indicata da due numeri che indicano la pressione arteriosa sistolica e la diastolica, misurate in millimetri di mercurio (es. 120/80 mmHg).

Quando i valori di sistolica e/o di diastolica superano i 140 (per la massima) e/o i 90 (per la minima), si parla di ipertensione.

A soffrire di ipertensione si stima che siano circa 15 milioni di italiani, ma circa la metà di questi ne è consapevole. Controllare regolarmente la pressione arteriosa e mantenerla a livelli raccomandati, attraverso l’adozione di  uno stile di vita sano e assumendo specifiche  terapie laddove necessario, è fondamentale, poiché questa condizione rappresenta il fattore di rischio più importante per l’ictus, quindi per  le malattie legate all’invecchiamento (disturbi della memoria, disabilità), nonché per l’infarto del miocardio, gli aneurismi, le arteriopatie periferiche, l’insufficienza renale cronica, la retinopatia.

Secondo la classificazione del JNC 7 (Joint National Committee on Prevention, Detection, Evaluation and Treatment of High Blood Pressure) si considera ‘normale’ una pressione sistolica inferiore a 120 mmHg e una pressione diastolica inferiore a 80 mmHg. Al di sopra dei 140 mmHg di massima o dei 90 mmHg di minima si è ipertesi. Si parla di ipertensione ‘sistolica isolata’ quando è solo la massima ad essere alta (cioè ≥ 140 mmHg).

Classificazione dell’ipertensione arteriosa secondo il JNC 7

Pressione sistolica (in mmHg) Pressione diastolica (in mmHg)
Normale 90-119 60-79
Pre-ipertensione 120-139 80-89
Ipertensione stadio 1 140-159 90-99
Ipertensione stadio 2 ≥ 160 ≥ 100
Ipertensione sistolica isolata ≥ 140 ≤ 90

CAUSE

Il valore della pressione arteriosa dipende in massima parte dall’adozione degli stili di vita fin dalla giovane età: mangiare con poco sale, molta frutta e verdura, camminare e non fumare mantengono la pressione arteriosa a livelli favorevoli nel corso della vita. Nel 90-95% dei casi l’ipertensione arteriosa non ha una causa evidente; questa forma viene dunque indicata come ‘ipertensione essenziale’.

In una minoranza dei casi invece (5-10%) l’ipertensione è causata da un’altra condizione medica, in genere una malattia del sistema endocrino (feocromocitoma, sindrome di Cushing, iperparatiroidismo, adenoma surrenalico aldosterone secernente, alterazioni della tiroide) o dei reni (insufficienza renale cronica, restringimento di un’arteria renale) o ancora può essere secondaria all’assunzione di farmaci (associazioni estro-progestiniche, farmaci antidolorifici o per la cefalea, ecc.). In questi casi si parla di ‘ipertensione secondaria’.

L’ipertensione infine può comparire durante una gravidanza e complicarla (pre-eclampsia, eclampsia).

SINTOMI

Nella maggior parte dei casi la pressione arteriosa elevata non dà sintomi; per questo l’ipertensione è indicata come il‘killer silenzioso’. In genere è scoperta in occasione di un controllo dal medico o in farmacia.

In caso di rialzo importante dei valori pressori (crisi ipertensiva, valori > 180/110 mmHg) può comparire una cefalea violenta, nausea, vomito, alterazioni della vista (restringimento del campo visivo, ‘lucine’ scintillanti, ecc), vertigini e ronzii alle orecchie (acufeni) o ancora un’importante epistassi (emorragia dal naso).

DIAGNOSI

Senza aspettare che il killer silenzioso dia segno di sé, è importante misurare la pressione arteriosa, a partire dai 20 anni, regolarmente, soprattutto se si hanno i genitori ipertesi. Sono in commercio una serie di apparecchi che consentono di misurare la pressione con facilità, a casa propria.

Per le persone ipertese i valori pressori rilevati a casa sono molto importanti perché forniscono informazioni aggiuntive rispetto a quelli misurati nello studio del medico, che possono essere elevati per una reazione d’allarme (è la cosiddetta “ipertensione da camice bianco“). E’ possibile infine misurare i valori pressori per 24 ore, attraverso il cosiddetto Holter pressorio o ABPM (monitoraggio ambulatoriale della pressione arteriosa). Il medico, nel valutare una persona affetta da ipertensione arteriosa, può richiedere alcuni esami per valutare la presenza di altri fattori di rischio (es. colesterolo elevato, diabete), di possibili cause di ipertensione secondaria o di danno d’organo da ipertensione (ecodoppler arterioso dei vasi del collo, elettrocardiogramma, esami di funzionalità renale, micro-albuminuria, ecografia renale, dosaggi ormonali, esame del fondo dell’occhio, etc).

Come si misura la pressione arteriosa

L’apparecchio col quale si misura la pressione è lo sfigmomanometro. Per misurare bene la pressione, è necessario mettersi seduti comodamente, in un ambiente tranquillo con l’avambraccio ben appoggiato (ad esempio su un tavolo) e il braccio all’altezza del cuore; prima dell’applicazione del bracciale è necessario rimuovere tutti gli indumenti che costringono il braccio; si posiziona il manicotto dello sfigmomanometro intorno al braccio, al di sopra della piega del gomito, facendo attenzione a renderlo ben aderente al braccio ma né troppo stretto, né troppo lento (in caso di obesità bisognerà utilizzare gli appositi bracciali per obesi, più alti e più larghi di quelli standard). E’ necessario gonfiare il manicotto fino a 30 mmHg sopra la scomparsa del polso; posizionare il fonendoscopio sulla arteria brachiale (parte interna del braccio) e sgonfiare lentamente il manicotto: il primo tono udibile corrisponde alla pressione arteriosa sistolica, l’ultimo tono udibile alla pressione arteriosa diastolica. Eseguire due misurazioni a distanza di qualche minuto; il valore medio fra le due misurazioni è considerato il valore della persona.

Utilizzando il misuratore elettronico basta azionare  il bottone per il gonfiaggio automatico del bracciale; gli apparecchi automatici offriranno la lettura completa della pressione arteriosa sistolica, della diastolica e delle pulsazioni cardiache.

La pressione arteriosa può essere rilevata indifferentemente al braccio destro o sinistro; a volte però possono esserci differenze tra un braccio e l’altro; in questo caso bisogna misurare la pressione dal braccio dove è più elevata.

In generale è consigliabile misurare la pressione la mattina al risveglio e la sera.

TERAPIA

Scopo del trattamento dell’ipertensione arteriosa non è solo quello di abbassare i valori pressori, per riportarli nei limiti della norma (cioè al di sotto di 140/90 mmHg), ma anche di proteggere gli organi bersaglio dell’ipertensione e di tentare di correggere un eventuale danno d’organo (ad esempio l’ipertrofia ventricolare sinistra). Ridurre la pressione arteriosa di appena 5 mmHg, consente di abbattere il rischio di ictus del 34%, quello di infarto del 21% e permette di ridurre il rischio di sviluppare demenza vascolare, scompenso cardiaco, fibrillazione atriale e di morire per cause cardio-vascolari.

Sarà cura del medico scegliere la terapia farmacologica più idonea per il paziente, sulla base dei fattori di rischio o della presenza del danno d’organo. Per la terapia farmacologica sono disponibili diverse classi di farmaci:

  • Diuretici
  • Beta bloccanti
  • Calcio-antagonisti
  • ACE-inibitori/sartani/inibitori diretti della renina
  • Alfa-bloccanti
  • Clonidina

Può capitare che nonostante un trattamento farmacologico ottimale della pressione arteriosa, avendo naturalmente escluso cause di ipertensione secondaria, non si riesca a riportare nella norma i valori pressori; in questo caso si parla di “ipertensione resistente”.
L’adozione di uno stile di vita sano è comunque efficace sia come prevenzione che associato a una terapia farmacologica, deve però essere protratto nel tempo.

PREVENZIONE

L’ipertensione arteriosa può essere prevenuta adottando un corretto stile di vita.

E’ importante:

  • Seguire un’alimentazione sana, ricca di fibre (frutta e verdure) e pesce, povera di grassi saturi (quelli di origine animale, carni rosse, salumi, insaccati, formaggi) e con il giusto contenuto di calorie. La verdura e la frutta sono molto importanti perché oltre ad essere ricchi di fibre, sono molto ricche di potassio.
  • Ridurre gradualmente la quantità di sale aggiunto alle pietanze e i cibi saporiti (dado da cucina, cibi in scatola, carne, tonno, sardine, alici ecc, salse, sottaceti, formaggi, salumi e insaccati) e la quantità di cibo che si mangia. 
La quantità di sale che si consuma nella giornata non dovrebbe superare i 5 grammi al giorno (un cucchiaino da tè). E’ interessante notare che un etto di prosciutto crudo contiene già i 5 grammi di sale raccomandati per l’intera giornata. 
E’ importante quindi leggere sempre l’etichetta dei prodotti confezionati che compriamo, in modo da valutare la quantità di sale: se si mangia un prodotto salato, è importante compensare con un altro senza o con basso contenuto di sale. Consumare non più di 5 g di sale al giorno riduce la pressione arteriosa fino a 6-8 mmHg.
  • Limitare il consumo di alcol (non più di 1 bicchiere di vino al giorno per le donne, non più di 2 per gli uomini)
Con la riduzione dell’alcool la pressione si può ridurre di 2-4 mmHg.
  • Scendere di peso, in caso di sovrappeso/obesità: ogni 10 Kg di peso perso, la pressione arteriosa si riduce di circa 5-10mmHg.
  • Praticare regolarmente attività fisica aerobica (almeno 30 minuti di camminata a passo veloce, bicicletta, nuoto, per almeno 5 volte/settimana): l’aumento dell’attività fisica produce la riduzione di 4-9 mmHg.
  • Smettere di fumare
  • Imparare a gestire lo stress (yoga, tecniche di meditazione e di rilassamento, pilates ecc.)

Tutti gli stili di vita sopra menzionati sono efficaci solo se si protraggono per almeno 6 mesi. Uno stile di vita sano deve comunque essere sempre adottato, anche quando il medico decide di iniziare la terapia farmacologica specifica.