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GinecologiaNews

Allattamento

By 24 Luglio 2014Gennaio 28th, 2019No Comments

Il latte materno è il modo normale di alimentare i neonati e i bambini piccoli. Possiede tutti i nutrienti necessari nella prima fase della loro vita e contiene sostanze in grado di proteggerli da infezioni e a favorirne il corretto sviluppo. Il latte materno non è un semplice alimento, ma un tessuto vivo che modifica nel tempo la sua formula adattandosi alle esigenze del bambino. In più è di estrema praticità: è sempre pronto, sempre fresco e sempre alla temperatura giusta.

Per tutte queste ragioni, le autorità sanitarie nazionali e internazionali consigliano alla mamme di allattare al seno il proprio bambino per i primi sei mesi di vita (26 settimane), senza aggiungere nessun altro alimento (neanche l’acqua) e di proseguire l’allattamento oltre il 6° mese compiuto, introducendo alimenti adeguati al bisogno del bambino.

I vantaggi dell’allattamento

L’allattamento al seno è uno straordinario investimento nella salute del proprio piccolo. Grazie alle sue proprietà, infatti, il latte materno è in grado di favorire un corretto sviluppo del bambino e proteggerlo da molte malattie. In particolare, molti studi scientifici hanno dimostrato che l’allattamento al seno:

– contribuisce a una migliore conformazione della bocca;

– riduce la probabilità che il bambino si ammali di gastroenteriti e, nei casi in cui è  colpito , contribuisce ad abbreviarne la durata;

– protegge dalle infezioni (polmonite, otiti, infezioni urinarie, infezioni da Haemophilus influenzae);

– riduce le probabilità di sviluppare allergie nel corso della vita;

– migliora la vista e lo sviluppo psicomotorio;

– migliora lo sviluppo intestinale e riduce il rischio di occlusioni;

– protegge da malattie croniche come il diabete tipo 1, la colite ulcerativa e la malattia di Crohn;

– riduce il rischio che il bambino si ammali di diabete di tipo 2 e obesità nel corso dell’adolescenza e la vita adulta;

Tuttavia, non è solo il bimbo a godere dei benefici dell’allattamento. Anche la mamma ha notevoli vantaggi nell’allattare al seno il proprio piccolo.

L’allattamento, infatti:

– accelera la ripresa dal parto e il ritorno dell’utero alla conformazione e alle dimensioni normali;

– riduce la perdita di sangue, contribuendo così a mantenere un corretto bilancio del ferro

– prolunga il periodo di infertilità dopo il parto;

– favorisce la perdita di peso e il recupero del peso forma dopo la gravidanza;

– riduce il rischio di cancro della mammella prima della menopausa e il cancro dell’ovaio;

– riduce il rischio di osteoporosi;

Perché si possa godere al massimo di questi benefici è però necessario allattare il bambino fino ai 6 mesi compiuti, integrando gradualmente la dieta con altri alimenti e proseguendo l’allattamento materno fino a quando la mamma e il bambino lo desiderano, anche oltre i due anni.

Allattare al seno: un bene collettivo

I benefici dell’allattamento esclusivo al seno sul corretto sviluppo del bambino e sulla prevenzione di numerose malattie sono da tempo riconosciuti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha per questo fatto dell’allattamento al seno uno degli obiettivi prioritari di salute pubblica a livello mondiale.

L’Unicef, l’agenzia delle Nazioni Unite per la protezione dell’infanzia, ricorda che la diffusione dell’allattamento al seno potrebbe evitare ogni anno nel mondo la morte di 1,4 milioni di bambini. Per questa ragione ha lanciato in tutto il mondo iniziative che promuovano l’allattamento sia negli ospedali sia nella comunità.

Non c’è mamma che, subito dopo il parto, non si ponga la domanda se riuscirà ad allattare al seno, se avrà sufficiente latte, se avrà dolore. 
In realtà, l’allattamento al seno è quanto di più fisiologico possa esistere. È il frutto di un lungo processo evolutivo che ha fatto sì che il corpo della mamma risponda prontamente e adeguatamente alle esigenze nutritive del piccolo per tutto il periodo per cui ne ha bisogno. Il bimbo, d’altra parte, non ha bisogno di altro che del latte materno nei primi sei mesi di vita.

I primi giorni

L’abitudine all’allattamento si costruisce fin dai primi momenti di vita del bambino.
 Per questa ragione, subito dopo il parto si raccomanda di mettere il neonato in contatto “pelle a pelle” immediato e prolungato con la madre per almeno un’ora. Anche se appena nato, il bimbo è in grado di trovare da solo il seno e di succhiare. E’ un momento privilegiato di contatto profondo noto come “bonding”. Nei primi giorni dopo la gravidanza la mamma produce il colostro, un liquido denso e giallognolo, ricco di sostanze nutritive, essenziale sia per la maturazione intestinale sia a supporto del sistema immunitario fortemente immaturo del neonato. Rispetto al latte, è più ricco di proteine, di sali minerali ma ha meno zuccheri e grassi. La composizione non è casuale: l’alto contenuto di minerali risponde infatti ai bisogni di idratazione del bambino nei primissimi giorni di vita. Invece, le proteine sono l’ossatura del sistema di difesa che proteggerà il bambino dagli agenti esterni, sia appena nato sia nel resto della vita. Intorno al terzo giorno dopo la nascita il colostro si schiarisce e diventa grasso e cremoso trasformandosi nel cosiddetto “latte di transizione”.
 Occorrerà ancora circa una settimana prima che il seno materno produca il latte maturo, che offrirà al bambino tutto il nutrimento di cui ha bisogno fino al momento in cui sarà pronto ad assaggiare nuovi cibi.

L’allattamento è quanto di più naturale possa esistere. Per il bambino é una competenza innata mentre per la madre si tratta di una competenza appresa culturalmente, attraverso l’osservazione di altre donne che allattano.
 In seguito ai cambiamenti sociali ed economici avvenuti nelle società occidentali, accade spesso che una coppia di neo-genitori non abbia mai visto un bambino allattato. La stessa generazione dei nonni, spesso, non ha allattato i propri bambini o lo ha fatto con difficoltà. Per questo, è molto utile il contatto con i professionisti sanitari dei servizi territoriali, come i consultori familiari, le ostetriche e i pediatri di famiglia, e con altre coppie che allattano i propri bambini. 
In questo modo, i neo-genitori costruiscono la propria competenza anche attraverso lo scambio di esperienze e con il supporto, quando necessario, di professionisti esperti.

Conoscere e mettere in pratica delle semplici regole aiuta a offrire i maggiori vantaggi al bambino e risparmiare molti disagi alla mamma.

Ecco le più importanti:

– allattare il bambino “a richiesta“, senza seguire orari rigidi. In media, nei primi mesi i bambini poppano 8-14 volte al giorno, ma c’è una grande variabilità tra un bimbo e l’altro. Questo tipo di richiesta è normale ed esistono modi per far fronte alle esigenze del piccolo tenendo conto dei bisogni di mamma e papà;

– controllare la posizione e l’attacco al seno del bambino. È utile soprattutto per la mamma, per prevenire dolore ai capezzoli, ingorgo, mastite evitare di staccare il bambino dal seno prima che abbia finito. 
È da considerare superata e inappropriata l’indicazione di attaccarlo 10 minuti per parte. Non serve forzarlo: è il bimbo ad avvertire quando è sazio.
 Se avvertirà ancora fame, gli si potrà  offrire la seconda mammella. Staccare il bambino  dal seno prima che abbia finito può inoltre avere controindicazioni per la mamma, favorendo la comparsa di ragadi;

– non dare al bambino altri alimenti oltre al latte materno per i primi sei mesi compiuti. Non ha bisogno neanche dell’acqua. In questa fase della vita, infatti, quando avverte la sete si attacca al seno prendendo quello che viene definito il “primo latte”, meno grasso e più ricco di acqua e zuccheri

– evitare l’uso di tettarelle artificiali, biberon e ciucci, soprattutto nei primi mesi di vita;

– non lavare il seno dopo ogni poppata: il seno è provvisto di ghiandole che provvedono a una naturale disinfezione dell’areola. Non sono necessari particolari prodotti per la pulizia: basta la normale igiene della mamma;

Durante l’allattamento la mamma può mangiare ciò che desidera, senza particolari limitazioni.

Fumo e alcol sono da evitare. L’assunzione occasionale di alcol dovrebbe comunque avvenire subito dopo la poppata e lontano dalla successiva, per evitare il passaggio di alcol attraverso il latte.
 Per la riduzione del fumo esistono servizi dedicati; è possibile ottenere informazioni chiedendo al personale del proprio consultorio familiare o al proprio pediatra di famiglia.

Per gestire la richiesta del bambino e le poppate notturne è consigliato mettere il bambino nella stanza con mamma e papà. Può essere utile mettere il lettino a contatto con quello dei genitori, togliendo una sponda e fissandolo al lettone. In questo modo si ottiene un letto a tre piazze noto come letto “a sidecar”, che consente di allattare anche di notte senza necessità di alzarsi, mantenendo lo spazio necessario alle esigenze del bambino e dei genitori.

Lo svezzamento

Dal sesto mese di vita compiuto, il latte materno da solo non è più sufficiente a soddisfare i bisogni nutritivi del bambino. Si può iniziare dunque lo svezzamento con l’aggiunta di cibi solidi e semisolidi (biscotti, frutta, pappe, minestrine) all’alimentazione. 
In generale, il bambino mostra quando è pronto ad assaggiare altri cibi: osserva con insistenza i genitori mentre mangiano, allunga le manine verso il piatto e a volte richiede in modo chiaro di voler partecipare al pasto dei grandi. 
In questa fase, il bambino è sufficientemente cresciuto da accettare il cucchiaino e gestire la deglutizione di cibi densi.
 Nella scelta degli alimenti non ci sono indicazioni rigide. Quel che è importante è  limitare il sale e i cibi ad alto contenuto proteico: appesantiscono il metabolismo del bambino e possono anche orientare le sue preferenze future verso un’alimentazione meno sana. Frutta, verdura, i cibi della famiglia vanno benissimo, purché adattati alla sua capacità di mangiarli.

Non è necessario che l’allattamento venga interrotto: il bimbo può continuare ad essere allattato per tutto il tempo che la mamma e il bambino riterranno opportuno, anche oltre i due anni.

Anche oltre l’anno di vita del bambino, quando il bambino gradualmente inizia a mangiare i cibi della famiglia, il latte materno mantiene tutte le sue proprietà nutritive e immunitarie. Nel secondo anno di vita, due poppate di latte materno forniscono al bambino il 31% del fabbisogno giornaliero di calorie, il 38% di proteine, il 45% di vitamina A e il 95% di vitamina C.

QUANDO ALLATTARE NON E’ POSSIBILE

Il latte materno è il miglior nutrimento per l’infanzia. Tuttavia, possono esistere delle condizioni che possono impedire o rendere sconsigliato l’allattamento.


Non è possibile allattare se il bambino è affetto da:

– galattosemia classica;

– leucinosi o malattia delle urine a ”sciroppo d’acero”;

– fenilchetonuria (un allattamento al seno parziale è possibile, sotto stretta supervisione);

Il latte materno è l’opzione migliore, ma questi bambini possono aver bisogno di un supplemento per un periodo limitato

– nati con un peso molto basso alla nascita (<1500g);

– nati a meno di 32 settimane di gestazione;

– neonati a rischio di ipoglicemia (uso di sostituti del latte materno solo su precisa indicazione medica);

Anche alcune patologie della mamma possono impedire l’allattamento.
 Ad esempio, nei Paesi ad alto reddito è giustificata l’astensione permanente dall’allattamento per le donne con infezione da HIV. Mentre è opportuno sospendere temporaneamente l’allattamento nei casi in cui la mamma sia in condizioni di salute tali da non potersi prendere cura del figlio, sia affetta da un’infezione da virus dell’Herpes Simplex al seno, debba assumere particolari farmaci.
 Molti farmaci sono compatibili con l’allattamento e per altri esiste una valida alternativa. In ogni caso, consultare sempre il proprio medico. Per avere specifiche informazioni sull’uso dei farmaci in allattamento, è possibile contattare telefonicamente i centri dedicati all’informazione sul farmaco.

In tutti questi casi, consultare il proprio pediatra di famiglia o il consultorio familiare per valutare la situazione e scegliere le migliori modalità di alimentazione del bambino.