Skip to main content
DietologiaNews

Il Fruttosio: un mito da sfatare

By 25 Giugno 2014Gennaio 28th, 2019No Comments

Da consolidate ricerche scientifiche emerge chiaramente che l’epidemia mondiale di diabete e obesità della nostra era sia ascrivibile a un eccessivo consumo di zuccheri. Certamente l’introito di particolari tipi di grassi, nello specifico quelli saturi, non è favorevole all’omeostasi metabolica dell’organismo; tuttavia si è visto che anche la cosiddetta low fat diet (dieta a basso contenuto di grassi) non influisce in maniera decisiva sul miglioramento di quella che viene definita, in termini tecnici, sindrome metabolica: una condizione caratterizzata da alterazioni della glicemia e/o diabete, da ipertrigliceridemia, da ipertensione arteriosa, da presenza di grasso viscerale (“la pancetta o il rotolino di grasso addominale”), da iperuricemia.

I mass media ne parlano largamente: la sindrome metabolica è la malattia del nuovo secolo e sembra essere imputabile a un’assunzione quantitativamente e qualitativamente scorretta degli zuccheri. I glucidi o zuccheri sono la fonte principale energetica per le nostre cellule e si distinguono in semplici e complessi: questi ultimi, semplificando, sono gli amidi contenuti nei cereali e derivati (pasta, pane etc.); i primi, invece, sono contenuti nei prodotti dolciari, nelle bevande zuccherine, nello zucchero da cucina etc. In passato i pazienti diabetici, obesi, ipertesi ricevevano il consiglio di evitare l’uso di saccarosio (il comune zucchero da cucina) perché alterava la glicemia. In effetti, molti pazienti utilizzano alternative al saccarosio come il fruttosio puro o, peggio, dolcificanti di sintesi chimica. Molti diabetici, dietro suggerimento di un amico o perché spinti dalla pubblicità, hanno sperato di controllare la loro malattia utilizzando il fruttosio

Il fruttosio è uno zucchero semplice, proprio come il saccarosio, comune zucchero da cucina, costituito da una molecola di glucosio ed una di fruttosio estratto dalla barbabietola e dalla canna da zucchero. (lo zucchero che “comunemente” si trova in commercio, di barbabietola o di canna); è lo zucchero principale della frutta (da cui il nome) e del miele; è simile al glucosio, ma presenta delle caratteristiche vantaggiose: ha un potere dolcificante superiore rispetto al saccarosio e al glucosio, ha un metabolismo insulino-indipendente (da qui deriva l’apparente beneficio nei diabetici) e ha un indice glicemico più basso (23%) rispetto al glucosio (100%) e al saccarosio (57%); ciò significa che, dopo l’assunzione, il fruttosio fa aumentare la glicemia in maniera molto più lenta. Tuttavia, contrariamente a quanto molti ritengono, il fruttosio non contiene meno calorie del glucosio e del saccarosio, anzi ha la stessa quantità, circa 4 Kcal per grammo: sostituire, dunque, il fruttosio con il saccarosio non modifica in maniera sostanziale l’apporto di calorie. Il minore indice glicemico del fruttosio è legato al suo metabolismo insulino-indipendente; tuttavia, nel fegato, viene poi trasformato in grassi, glucosio, acido urico, sostanze notoriamente negative per diversi organi-bersaglio quali cuore, reni, vasi sanguigni, tessuto adiposo. Il fruttosio è estensivamente presente nelle bevande gassate, nei succhi di frutta, in molti prodotti dolciari dell’industria conserviera, in dolcificanti per diabetici. Occorre, quindi, imparare a leggere le etichette degli alimenti ricordando che, purtroppo, i cosiddetti prodotti “senza zucchero” non sono senza calorie e, magari, sono perfino dolcificati con il fruttosio.

Il fruttosio della frutta, invece, è salutare e benefico, pur essendo identico a quello usato come dolcificante “per diabetici” perché la frutta di stagione contiene sia fibre che modulano e riducono l’assorbimento intestinale, sia antiossidanti e vitamine che ne inibiscono il metabolismo. Inoltre, va ricordato che il fruttosio che si assume con la frutta, in termini quantitativi, è di gran lunga inferiore a quello utilizzato come dolcificante. Facciamo un esempio: bere una lattina da 33 cl di una bevanda gassata qualsiasi significa assumere 36-50 gr di fruttosio; per raggiungere la stessa quantità di fruttosio dovremmo mangiare 2 Kg di fragole o 3 Kg di arance! E allora? È tutta questione di quantità!