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Trapianto di cornea

By 24 Luglio 2014Gennaio 28th, 2019No Comments

1Cos’è?

Il trapianto di cornea consiste nella sostituzione della porzione della superficie oculare divenuta opaca con una porzione di eguale grandezza prelevata da un donatore.

Quando si deve ricorrere al trapianto?
Si può ricorrere al trapianto quando le terapie a base di farmaci non consentono più alla cornea di guarire o quando essa si è indebolita troppo e, quindi, rischia una rottura spontanea. Ad esempio, l’intervento chirurgico è necessario quando c’è stato un taglio profondo della superficie oculare posta davanti all’iride, quando questa è stata colpita da un’infezione grave che ha creato ulcerazioni profonde, qualora si siano verificate causticazioni (provocate da acidi o da altre sostanze chimiche).

2Che alterazioni deve aver subito la cornea?
Il trapianto è necessario quando risulta alterata la struttura microscopica della cornea o il suo metabolismo. Ciò, infatti, si traduce nella perdita (localizzata o diffusa) della sua trasparenza a causa della formazione di tessuto cicatriziale o per la formazione anomala di vasi sanguigni in una zona in cui normalmente sono assenti; oppure si può essere verificata un’alterazione della curvatura della cornea (ad esempio, nel cheratocono compare un’area di suo assottigliamento e sfiancamento).

Quali sono le cause dell’opacità della cornea?
Le cause che possono compromettere definitivamente la trasparenza della cornea sono: infiammazioni, infezioni, cause meccaniche, tossiche o distrofiche (come nel caso del cheratocono). Fondamentale per la trasparenza corneale è la funzione dello strato più profondo  (endotelio) che, se danneggiato, non consente più di mantenere entro i limiti fisiologici la quantità di acqua all’interno della cornea che, di conseguenza, si opacizza (causando quello che viene definito “scompenso” corneale). Ciò che avviene è che si inizia a vedere come se si guardasse attraverso un vetro smerigliato.

Quali sono le indicazioni per il trapianto?
Le indicazioni al trapianto di cornea sono ottiche (miglioramento della visione per opacizzazione corneale), ricostruttive (ad esempio, sostituzione di una cornea perforata) o terapeutiche: si ricorre al trapianto quando le terapie farmacologiche non riescono a preservare la funzione corneale.

Quando operare?
La condizione necessaria per effettuare il trapianto di cornea è l’assoluta certezza di avere l’occhio “in quiete”: l’eventuale processo infettivo e infiammatorio deve essersi esaurito. Si deve procedere al trapianto quando lo spessore corneale è talmente basso da rischiare una rottura spontanea della cornea e, quindi, un’apertura del bulbo oculare… Attualmente, il rischio di rottura è considerato molto elevato sotto i 100-150 micron. Oggi, con le nuove tecniche lamellari si ricorre all’intervento quando le caratteristiche ottiche sono compromesse o, nel caso del trapianto di endotelio, quando si ha un’iniziale èdema corneale (maggiore quantità di acqua all’interno della cornea).

In che misura la cornea deve essere sostituita?
Il trapianto di cornea può consistere nella sostituzione della porzione opacizzata di cornea in tutto il suo spessore (cheratoplastica perforante) o solo di alcuni strati (cheratoplastica lamellare). Oggi si cerca di ricorrere il più possibile al trapianto parziale della cornea per la maggiore velocità di ripresa postoperatoria e per la minore invasività dell’intervento.

Quali sono i vantaggi del trapianto lamellare e quali le sue indicazioni?
Il trapianto lamellare della cornea permette di sostituire solo gli strati patologici con strati equivalenti prelevati da una cornea sana di un donatore. Tale tecnica consente di lasciare in sede gli strati corneali sani. Il trapianto lamellare della cornea consente di ottenere gli stessi risultati del trapianto a tutto spessore, ma con una ripresa funzionale molto più rapida e minori complicanze (si riduce il rigetto immunologico). Le nuove tecniche possono essere applicate al trattamento delle più comuni malattie della cornea: il cheratocono, le distrofie corneali e le opacità corneali da infezioni virali (erpetiche) oppure batteriche e da traumi. La possibilità di sostituire solo alcune parti della cornea è data dalla caratteristica della struttura corneale a strati. Questa tecnica permette quindi di sostituire solo gli starti irreversibilmente danneggiati dal processo patologico. Le tecniche definite profonde permettono, in caso di scompenso corneale, secondario ad altro intervento chirurgico di poter sostituire solo gli strati profondi della cornea come l’endotelio corneale, spesso responsabile della perdita della trasparenza corneale.

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Quando si utilizza il trapianto di cornea a tutto spessore?
Il trapianto di cornea a tutto spessore viene definito cheratoplastica perforante e viene utilizzato sempre meno. Rimane l’unica via percorribile per ripristinare la funzione visiva quando la cornea è danneggiata in tutti i suoi strati. Questa tecnica ha dei tempi di recupero molto più lunghi rispetto alla cheratoplastica lamellare. Ciò è dovuto al fatto che il tessuto che viene impiantato non poggia più su un tessuto già presente: è necessario che vi sia una ripresa della forma il più possibile regolare per avere un’efficienza ottica adeguata. I punti che vengono applicati dovranno essere tolti fino a un anno dall’intervento.

Il trapianto di cornea in cosa differisce rispetto al trapianto di un altro organo?
La cornea non è vascolarizzata, per cui non ci sono connessioni sanguigne o linfatiche da ripristinare tra l’organismo e la cornea trapiantata, questo comporta un minore rischio di rigetto ed un’elevata compatibilità tra i vari donatori ed i riceventi. Inoltre, grazie a queste caratteristiche non è necessaria la terapia immunosoppressiva per i pazienti che dovranno sottoporsi al trapianto di cornea, sia esso lamellare o perforante.

Quali sono le possibilità di successo del trapianto di cornea?
Il trapianto di cornea ha probabilità di successo potenzialmente molto elevate, soprattutto in caso di cheratocono o di altre patologie che non presentano una neovascolarizzazione corneale. Di fondamentale importanza, per il successo del trapianto, è la condizione della parte della cornea su cui inserire il lembo da trapiantare. Infatti, le cornee che presentano vascolarizzazioni anomale o tessuti fibrotici hanno un rischio di rigetto più elevato.

Quali sono le complicazioni?
Le complicazioni sono di vario genere: si va dal classico rigetto arrivando a quelle di origine traumatica (si può separare il lembo e il ‘letto’ su cui viene innestato), passando per le infezioni (si può riaprire una ferita chirurgica) e per seri problemi refrattivi (come un forte astigmatismo). Il rigetto è una complicazione di origine immunologica che va trattata precocemente mediante assunzione di farmaci immunosoppressori e cortisonici. Può essere un evento reversibile, ma a volte è necessario effettuare un nuovo trapianto. Di fondamentale importanza, ancora una volta, è ascoltare attentamente le indicazioni del medico oculista, seguendo con precisione la terapia.

Quanto dura una cornea trapiantata?
In realtà non esiste una durata minima o massima per la cornea trapiantata. Ci sono casi in cui il trapianto non causa problemi o li crea dopo varie decine di anni, mentre in altri si rende necessario un nuovo trapianto in tempi minori. Ciò dipende da un insieme di fattori, tra cui la patologia per la quale si è effettuato il trapianto, lo stato della cornea al momento del trapianto e le condizioni del ricevente.

Quali sono malattie trasmissibili tramite il lembo?
Non vi sono rischi effettivi di contagio, sia per le caratteristiche del tessuto sia per i controlli che vengono effettuati prima e dopo l’espianto. Queste procedure sono affidate alle banche degli occhi, che sono strutture controllate dal Ministero della Salute, che si occupano della selezione dei donatori, dell’espianto e dell’analisi e della conservazione del lembo. In Italia la disponibilità del lembo è elevata, per cui l’attesa per il trapianto è limitata.