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CardiologiaNews

Pericardite

By 23 Giugno 2014Gennaio 28th, 2019No Comments

Il pericardio è una struttura a forma di sacco, costituita da due membrane, divise da un sottilissimo strato di liquido, che contiene e protegge il cuore. 
La pericardite è l’infiammazione del pericardio: le membrane che lo costituiscono si infiammano e può formarsi un eccesso di liquido tra i due foglietti (versamento pericardico).

La pericardite è in genere “acuta”, compare cioè improvvisamente e dura qualche settimana. 
Frequentemente è silente, può essere scoperta durante l’esecuzione di accertamenti cardiologici condotti per altra causa. 
A volte può diventare “cronica” e durare cioè più di 6 mesi (pericardite essudativa cronica), con produzione di variabile quantità di liquido, o trasformarsi in un processo infiammatorio che causa ispessimento pericardico e costrizione delle cavità cardiache (pericardite cronica costrittiva).

La pericardite è più frequente tra gli uomini di 20-50 anni, ma colpisce anche le donne di tutte le età.
 Negli ultimi anni c’è stato un aumento della patologia pericardica, probabilmente in seguito all’incremento degli interventi di cardiochirurgia, alla migliore sopravvivenza dei pazienti dializzati e neoplastici e al diffondersi dell’infezione da HIV.

CAUSE

  • Cause infettive: la pericardite è provocata più spesso da infezioni virali, le stesse che danno anche infezioni delle prime vie respiratorie o polmoniti o infezioni gastro-intestinali (ad esempio: echovirus, coxackie virus, enterovirus, adenovirus); la pericardite può rappresentare anche la complicanza di un’influenza o dell’Aids. 
Più raramente la pericardite è causata da un batterio (come nel caso della tubercolosi), da un fungo, da un parassita.
  • Cause non infettive: la pericardite uremica nelle persone affette da insufficienza renale, la pericardite in corso di ipotiroidismo o di alcuni tumori (polmone, mammella, leucemia), pericardite da radioterapia, da alcuni trattamenti (farmaci immunosoppressivi, fenitorina, idralazina, chemioterapici). 
La pericardite può comparire a seguito di un infarto miocardico, di febbre reumatica, di un intervento cardiochirurgico o di altre procedure invasive sul cuore (ad esempio: cateterismo cardiaco, trattamento ablativo di aritmie). 
La pericardite acuta può complicare anche alcune malattie reumatiche come l’artrite reumatoide e il lupus. 
Può comparire infine anche dopo un trauma toracico.

Spesso non si riesce ad identificare la causa della pericardite acuta e allora si parla di pericardite idiopatica.

SINTOMI

Il sintomo più frequente della pericardite acuta è rappresentato dal dolore, in genere precordiale o dietro lo sterno (anche irradiato al collo, al braccio sinistro, al dorso, più di rado all’addome); può essere violento o appena percettibile; quello tipico è un dolore acuto a pugnalata, può avere anche carattere urente, sordo o oppressivo. 
Peggiora con l’inspirazione e in posizione supina, quando si fa un colpo di tosse o inghiottendo; può essere alleviato dalla posizione seduta e chinandosi in avanti. 
Possono essere presenti palpitazioni e dispnea (soprattutto in posizione supina), tosse secca, debolezza. 
Se la pericardite è causata da un’infezione possono essere presenti anche febbre, brividi, sudorazione.

DIAGNOSI

La diagnosi della pericardite può essere fatta attraverso:

  • Auscultazione del cuore: segno classico di pericardite è lo “sfregamento” pericardico, presente solo in metà dei casi. In presenza di versamento pericardico, i toni del cuore sono ovattati e lontani.
  • Elettrocardiogramma (ECG): l’esame può evidenziare alcune alterazioni, suggestive di pericardite come la riduzione dei voltaggi o l’appiattimento dell’onda T.
  • Rx del torace: può presentare un aumento di volume del cuore e segni di congestione polmonare; caratteristico l’aspetto a “fiasco” dell’ombra cardiaca.
  • Ecocardiogramma: è l’esame indicato in tutte le forme di pericardite; può evidenziare la presenza di versamento tra i due foglietti del pericardio; in caso di pericardite costrittiva (una complicanza della pericardite acuta) può mostrare l’ispessimento e l’irrigidimento del pericardio.
  • Esami di laboratorio: il medico può richiedere la troponina, per escludere la presenza di un infarto (il dolore della pericardite può mimare quello dell’infarto); la VES e la PCR (indici di infiammazione) sono spesso elevati; i globuli bianchi possono essere elevati, sia in presenza di cause infettive che infiammatorie.  A seconda del sospetto diagnostico il medico può chiedere la sierologia per i virus più comunemente responsabili di pericardite, test immunologici, esami di funzionalità tiroidea, test per la tubercolosi.
  • Esami sul liquido pericardico: quando il versamento pericardico è così abbondante da mettere a rischio il funzionamento del cuore (tamponamento cardiaco), si può ricorrere alla pericardiocentesi, cioè al drenaggio del versamento con un tubicino introdotto nel pericardio. La procedura viene condotta sotto guida ecografica. Il liquido così prelevato viene poi analizzato alla ricerca di batteri, bacilli della tubercolosi, cellule tumorali ecc.

TERAPIA E PREVENZIONE

Non esistono misure di prevenzione.

La terapia della pericardite dipende dalla causa da cui ha origine.

Se la causa è batterica o fungina, verranno somministrati antibiotici o antimicotici, farmaci antidolorifici e antinfiammatori (es. ibuprofene).

Se la pericardite non si risolve entro 1-2 settimane o recidiva, può essere prescritta colchicina (un potente farmaco antifiammatorio) per lunghi periodi di tempo.

Ad alcuni pazienti possono essere prescritti cortisonici e diuretici.

Quando la quantità di versamento è importante e mette a rischio il cuore (tamponamento cardiaco), si ricorrere al drenaggio attraverso pericardiocentesi o ritagliando una piccola porzione di pericardio (pericardiotomia), per consentire il drenaggio del fluido nell’addome.

Anche gli esiti dipendono dalla causa sottostante: la maggior parte delle persone guarisce nell’arco di poche settimane-mesi; a volte i sintomi si ripresentano (pericardite ricorrente); in alcuni casi non si arriva mai a guarigione completa (pericardite cronica); la pericardite cronica può complicarsi nella forma costrittiva, nella quale i foglietti pericardici, ispessiti e irrigiditi, impediscono al cuore di funzionare normalmente.
 In questo caso può essere necessario ricorrere all’asportazione chirurgica del pericardio (pericardiectomia).